Afant è probabilmente il più venerato tra tutti i Bayu.
Egli è il dio dell’acqua e incarna ogni aspetto di essa, dalla pioggia all’acqua di fonte, anche se si tende ad associare il suo dominio prevalentemente ai mari. La sua stessa chiesa lo definisce il signore del mare e tende a dissociare il dio dal dominio delle acque dolci, associazione che pare essergli sgradita.
Il dio del mare non conosce i concetti di bene e male, giusto e sbagliato, caos e ordine. Egli non è né buono né cattivo, né giusto né ingiusto: egli, come il mare, semplicemente È, poiché egli È il Mare. I suoi frutti danno la vita così come la sua furia dà la morte anche a intere isole solo per un suo capriccio.
Afant è noto per essere una divinità Irascibile e implacabile, estremamente avido è restio ad elargire la sua benevolenza, che tuttavia, quando manifesta, risulta indicibilmente preziosa.
Ad Afant sono devoti principalmente uomini di mare, marinai, pirati e pescatori, nonché tutte le moltitudini di popolazioni, le cui città e porti sorgono in prossimità delle acque.
Nell’iconografia popolare Afant viene rappresentato come un serpente marino dalle pantagrueliche dimensioni, con caratteristiche mostruose, quali fauci aguzze, creste, artigli e altre connotazioni spaventose, spesso nell’atto di manifestare la sua collera sulle navi di coloro che lo hanno contrariato.
Egli simboleggia la pericolosità e al tempo stesso l’abbondanza del mare, la sua imprevedibilità e l’importanza che rappresenta per gli uomini.
Data l’eterogeneità delle genti che rivolgono preghiera al dio, nel corso dei secoli, i modi di propiziarlo sono diventati i più disparati. Nelle città più civilizzate vengono celebrate messe e sontuose cerimonie, ma è sulle barche e sulle navi che i riti più diffusi hanno luogo. Tra i riti più comuni per chiedere il favore del mare e assicurare un viaggio quanto più privo di pericoli possibile, vi è quello di gettare a mare dell’alcol o dell’oro, notoriamente molto graditi ad Afant, in proporzione adeguata a quanto se ne trasporta (è di cattivo auspicio prendere il mare senza avere alcol o oro da tributare al dio). Non sono rari inoltre sacrifici più cruenti e perfino umani, è risaputo che molti pirati sono soliti chiudere i prigionieri in botti piene di rum, talvolta appesantendole con monete e preziosi sul fondo per garantirne l’affondamento, e “consegnarli al mare”, di tanto in tanto si sente qualche storia rocambolesca di come qualcuno sottoposto a questo trattamento sia miracolosamente sopravvissuto.
Sciagure e disgrazie arrivano dal mare e dalle nubi tempestose su coloro che insultano o che non officiano i dovuti sacrifici ad Afant, e la forma più grave della sua furia è rappresentata da Gor-Moloch, detto il Rancore di Afant, un gargantuesco kraken non morto vomitato secoli fa da Afant stesso quando un popolo gli mancò gravemente di rispetto.
Afant Tra le genti
Daymart è un mondo coperto per più del 70% dalle acque, questo pone indubbiamente il culto del dio del mare in una posizione centrale. Innumerevoli sono i fedeli sparsi per tutti i continenti e le isole, facendo del culto di Afant il più diffuso sul globo.
Tra i più noti veneratori di questa divinità figura l’impero marinaro di Xsatradar, che fa della sua chiesa e dei suoi templi un vanto. Tuttavia quello che è univocamente riconosciuto da tutte le genti libere come grande tempio di Afant e crocevia del culto è indubbiamente il tempio situato nella roccaforte pirata di Siyata, sotto il controllo dell’alleanza pirata Zurakara, apertamente in guerra con l’impero di Xsatradar.
Non è raro infatti che diverse popolazioni devote ad Afant siano in conflitto fra loro, questo rispecchia perfettamente il carattere aggressivo del dio, che predilige tra i suoi veneratori quelli che emergono superando con la forza la prova della battaglia.
C’è da ricordare infine che, oltre alle chiese e ai culti cittadini più canonici, una enorme parte dei fedeli al dio del mare è composta da sciamani, cultisti ed altri sacerdoti che praticano riti pagani e che venerano il mare secondo recondite ed antichissime tradizioni.
Afant per gli Zurakara
Afant è venerato dagli Zurakara sin dagli albori dell’Alleanza.
Alcuni la vivono come una fede, altri come un mezzo per un fine, poco importa fintanto che i giusti tributi vengono fatti.
Gli Zurakara officiano riti e cerimonie che utilizzano il Rum, il Mare e il Sangue a loro sacri e nel corso degli anni hanno avuto modo di sperimentare sia la sua benedizione che la sua ira e hanno appreso bene quale preferiscono tra le due.
Altri culti legati ad Afant
Innumerevoli sono le entità ed i culti pagani legati alle acque e alle creature che le abitano, troppi per essere menzionati. Rivoli serpeggiano in ogni angolo di Daymart e in ognuno di essi potrebbe annidarsi qualche creatura inumana legata ad Afant.
Secondo i miti, la storia di Afant si è spesso intrecciata con quella di altri dei. É noto come dalla sua unione con la dea Kaleya sia nata Acquadiluna. Allo stesso tempo si narra che Afant sia da sempre innamorato di Barenti, dea del vento, ma che questa continui a sfuggirgli come fa la brezza tra le dita di una mano.
Importante però è menzionare quella che è la sua diretta discendenza. Le divinità figlie di Afant sono quattro: Acquadiluna, Leviathan, Alane e Maelstrom; ed ognuna di loro domina su uno dei quattro aspetti fondamentali del mare.
Acquadiluna
Secondo le leggende Acquadiluna, conosciuta anche come “Principessa Sirena” o “Dea Sirena”, nacque dall’amore tra Afant e Kaleya, dea della luna e della giustizia. Ella rappresentava uno dei quattro aspetti del mare: la marea.
È nota in tutti i mari l’eccezionale bellezza delle sirene, che ammaliano gli uomini senza lasciargli scampo. Tra tutte però, la capostipite Acquadiluna era senza dubbio la più bella, tanto che si dice il solo vederla potesse far uscire di senno le menti più volubili.
Fu di nuovo l’amore a causare la fine di questa dea, scomparsa in circostanze note a pochi.
Leviathan
Leviathan o “Grande balena” viene rappresentata come un titanico cetaceo dalle fattezze spaventose, la credenza popolare vuole che le onde del mare siano generate dal lento incedere di questa creatura, che provoca mareggiate quando batte la coda. Il suo dominio è difatti l’onda marina. Leviathan rappresenta la furia del mare e patrocina le guerre e gli scontri marittimi. La Grande Balena aveva il compito di tenere il tremendo Gor Moloch imprigionato tra le sue fauci, quando il rancore del mare non doveva avere sfogo.
Alane
Alane, conosciuta anche come “Serpecorno”, è colei che domina sulle profondità e coloro che le abitano, il suo dominio è l’abisso marino. Viene spesso rappresentata come un mostro terrificante dal corpo serpentino munito di corna e scaglie. È la patrona della razza dei maridi e di altre popolazioni sue figlie, e da loro viene venerata come la più alta divinità.
Alane difficilmente tollera, all’interno dei suoi domini, la presenza degli uomini o di altre creature che non appartengono al mare, per questo più volte è entrata in contrasto con Afant. Ella rappresenta l’avidità del mare e custodisce ciò che affonda per non riemergere.
Maelstrom
Maelstrom, più comunemente conosciuto come “Il Gorgo” è l’unico dei figli di Afant a cui viene data una connotazione maschile, nonostante non esistano riferimenti concreti a quale sia la sua forma o il suo aspetto. Tutto ciò che racconta chi dice di averlo visto (ed è così fortunato da poterlo fare) è di un enorme gorgo che inghiotte tutto e non lascia scampo. Il suo dominio sono i gorghi, i mulinelli e le correnti marine, egli rappresenta le insidie del mare e la sua pericolosità. Il Gorgo costituisce il collegamento tra la superficie e gli abissi, ma gli uomini di mare sanno che, quasi sempre, la direzione è una soltanto.
Dariya
Dopo la scomparsa di Acquadiluna, un concilio di sacerdoti e di fedeli scelse una compagna divina per Afant, la quale fu Aura, Dea della Brezza. Dalla loro unione nacque Dariya, una dea più rivolta agli uomini che alle sirene, nuova signora delle maree.
Se Acquadiluna, figlia di Kaleya, rappresentava l’inevitabilità e l’imparzialità del mare, Dariya ne incarna anche gli aspetti più volubili e giocosi, che possono avere risvolti sia piacevoli che letali.
È conosciuta come una Dea bambina e il suo seguito si sta appena formando.