Gli Zurakara, così come la maggior parte degli abitanti di Daymart, hanno la propria religione nel culto dei Daeva e dei Bayu. In particolar modo, la divinità che più ha influenza su di loro è il Bayu Afant, il dio del mare: la maggior parte degli Zurakara lo venera con rispetto, sapendo che è un dio egoista, né buono né malvagio, semplicemente come il mare è tale. A lui vanno la maggior parte delle offerte religiose degli Zurakara con frequenza quasi quotidiana.
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Altra divinità importante è il Bayu Barenti, la dea del vento. I Daeva sono più adorati sono Yaoxshti e Kaleya.
Culti Antichi delle Terre Orientali
Dopo l’origine dell’Universo, altri Dei apparvero nel mondo, e ognuno di loro si innamorò e prese a proteggere un aspetto dell’Esistenza.
Esistono cinque divinità celesti, o Daeva, e innumerevoli divinità terrene, chiamate Bayu.
Daeva, le Divinità Celesti
Al principio della Creazione, tutto era disposto a poter essere, crescere, perire e rinascere.
Ma nulla di tutto ciò che ora tocchiamo o viviamo ancora era.
Gli Dei erano persi nell’ammirazione di tutto ciò che poteva esistere, e nella loro stessa esistenza.
Quand’ecco che tra essi, le Cinque Essenze più possenti decisero di modellare l’Essere a proprio volere.
E così il Mondo venne plasmato, la Vita e la Morte presero il loro corso, Luci e Ombre presero a danzare tra monti e praterie, dall’alto dei Cieli fino al più profondo degli Oceani le Meraviglie e i Terrori mossero il cuore dei viventi, le azioni delle Volontà presero ad esser giudicate, e le conoscenze delle Menti ad essere ricordate.
E creato il Mondo, e conosciutolo, i Daeva crearono l’Uomo, e lo donarono loro perché lo abitassero e lo vivessero come loro non potevano fare.
-Estratto dal Mito della Plasmazione
Se i Tre Dei crearono lo stesso Essere, furono i Daeva a plasmarlo con l’aiuto dei Bayu, dando origine al Mondo. Un mondo che poi venne donato agli Uomini, secondo i Testi della Creazione.
I Daeva raramente vengono considerati avere forma fisica, sebbene ognuno possa essere rappresentato con sembianze umane o con altre icone. Essi possono manifestarsi fisicamente in più modi, ma la loro essenza trascende la terrena Esistenza. Sebbene possa accadere con i più meritevoli tra i loro adoratori o tra i viventi, è estremamente raro che i Daeva interferiscano o si manifestino nelle vite degli Uomini. Mentre i Bayu rappresentano e proteggono aspetti o concetti più o meno delimitati, i Daeva ispirano e custodiscono princìpi profondi e importanti aspetti della realtà.
Ormazd
Quando Terre e Mari, Foreste e Deserti, Ghiacciai e Vulcani ebbero preso forma, Ormazd si guardò attorno, e sentì la mancanza di qualcosa. Come se tutti i suoni del Mondo fossero privi di scopo, o di qualcuno a parte gli Dei ad ascoltarli.
Egli dunque impose le sue mani al suolo, e per cento giorni e cento notti meditò. Quando riaprì gli occhi, e si levò, attorno a lui il Mondo era riempito del suono di ogni creatura.
-Estratto dal Mito della Plasmazione
Ormazd è la divinità della Vita e della Morte. Donatore della vita di ogni creatura, a lui ogni vita torna dopo essersi spenta, e per poter rinascere ancora. Genericamente associato con la sfera della Terra, è ritenuto la maggiore delle divinità terrestri.
Mainyu
E quando il Mondo fu popolato di creature, cominciò ad agire. E ogni azione intrapresa da ogni essere cominciò a tessere un filo sull’arazzo del Mondo.
Ma l’arazzo era caotico, disordinato, e ogni filo seguiva dei disegni privi di scopo.
Così gli Dei si misero all’opera, e donarono al Mondo creature di una diversa natura. Donando loro la capacità di intendere, e di decidere, gli Dei crearono Elfi e Gnomi, Orchi e Spiriti, e ogni altro essere che pensa e sceglie.
E a loro Mainyu infuse il sussurro, che tutti udiamo, e che distingue il Bene dal Male, perché l’arazzo potesse tingersi di luce e di ombra.
-Estratto dal Mito della Plasmazione
Mainyu è genericamente associato con il concetto di scelta. Egli raffigura sia il Bene che il Male, ed è sempre lui che mostra a ciascuno le due possibili vie. Mainyu insegna che è possibile intraprendere ogni azione sia nel Bene che nel Male, operando per l’uno o per l’altro. Non insegna quale delle due vie sia giusto seguire, nè spinge in una delle due direzioni.
Il culto di Mainyu è diviso in due: i seguaci della Luce, che guidano i propri fedeli sulla via del Bene, e i seguaci dell’Oscurità, che invece istruiscono al Male. Mentre la Chiesa della Luce è un faro di speranza e di garantito supporto ai bisognosi di tutta Daymart, i seguaci dell’Oscurità ben di rado operano apertamente, e il loro culto con il passare dei secoli è divenuto un sussurro nella notte di cui tutti hanno terrore ma di cui nessuno sa nulla.
Kaleya
Dall’alto del cielo Kaleya vide l’opera degli uomini, figli dell’Universo. Ella amò gli uomini, fonte di grandezza e bellezza. Tra loro, ammirò coloro la cui anima, brillante come diamanti, riluceva della radiosità della rettitudine e della nobiltà delle loro azioni.
Ma tra gli Uomini, Ella odiò i malvagi e gli ingiusti, e detestò i crudeli e le anime nere che facendosi beffe di ogni nobiltà d’animo agivano contro la grandezza e la bellezza dell’uomo.
Ella fondò allora Giustizia, e scelse gli Uomini per difenderla. Insegnò a proteggere e premiare coloro i quali avessero agito rettamente, a guidare chi sbagliasse o non conoscesse la retta via, e a punire coloro i quali conoscendola scegliessero di non intraprenderla.
Ed Ella offrì la sua luce per guidare sul giusto sentiero gli smarriti e i confusi.
-Estratto dal Mito della Plasmazione
Divinità del Giudizio e della Redenzione, Kaleya è la patrona di ogni uomo o donna che scelga di agire rettamente, secondo la giustizia divina e degli uomini.
Anticamente i sacerdoti di Kaleya erano chiamati a giudicare le azioni dei cittadini. Sebbene oggi in quasi tutto il Continente Occidentale questa tradizione sia dimenticata, i pochi sacerdoti o seguaci di Kaleya cercano sempre di porsi nella posizione di giudicante, che sia diventando un magistrato o amministrando la giustizia al di fuori della legge.
Secondo gli insegnamenti di Kaleya, la Legge deve essere uno strumento della Giustizia, non il contrario. Giudicare la colpa dall’obbligo o dall’ingenuità è compito di ogni buon sacerdote di Kaleya, e le leggi umane non devono porsi come assoluta verità in ogni situazione. Essere un equo dispensatore di giustizia è un compito arduo a cui dedicare sè stessi a fondo, e nessuno che non veda la nobiltà e la sacralità di questo compito, secondo Kaleya, dovrebbe avere il potere di giudicare gli altri. La Giustizia è una via ardua da individuare e da seguire.
Kaleya è associata all’astro lunare. Essa infatti, nelle sue fasi, mostra sia il fulgore della redenzione, sia la cupa e tetra spietatezza della punizione. I suoi sacerdoti spesso si appellano alla luce della Luna, perché essa li guidi nelle loro decisioni.
Yaoxshti
E fu così che il Mondo divenne la dimora di chi lo riempì di vita, buone e cattive azioni, e decisioni giuste e ingiuste.
Eppure la Plasmazione non era ancora terminata.
Yaoxshti, più di tutti i suoi fratelli, si meravigliò di ciò che era stato creato, e volle donare alle creature viventi una parte della sua meraviglia, perché ne gioissero come lei.
Ella si levò sino alla cima del monte più alto, e quando venne il tramonto con gentilezza esalò un dolce soffio. E nell’osservarla, per la prima volta i cuori degli Uomini si riempirono di emozione. Da allora, amore e odio, gioia e rabbia, estasi e terrore dipinsero la tela dell’Uomo di mille sgargianti colori.
-Estratto dal Mito della Plasmazione
Yaoxshti è la Daeva patrona di ogni emozione umana. Spesso adorata dalla gente comune per questioni amorose, o dai guerrieri per sconfiggere la paura, i suoi seguaci più devoti vedono in ogni emozione, positiva o negativa, il suo divino dono. Dopotutto non esisterebbe il coraggio senza la paura, la ricerca della bellezza senza l’estasi, o la determinazione nata dalla rabbia.
Yaoxhsti è quindi vista come la madre di tutto ciò che è bello, e di tutto ciò che è terribile. Le funzioni praticate dai suoi cultisti sono sempre organizzate per travolgere i partecipanti, con la più beata soggezione, la più travolgente lussuria o il più tremendo terrore. La maggior parte dei riti a lei dedicati vengono officiati all’alba o al tramonto, momenti sacri per gli adoratori di Yaoxshti.
Vadea
Così la Plasmazione dell’Essere giunse a termine. Le Terre degli Uomini avevano forma, e tutte le cose al loro interno erano complete.
Ed esse dunque cominciarono, dato che questa era la volontà dei Daeva, a conoscere l’opera degli Dei, e a viverla e plasmarla. E scoprendo le loro creazioni, vollero capirle, e chiesero agli Dei di spiegare loro il mondo. Gli Dei dunque guidarono gli Uomini nelle loro scoperte, e tra loro Vadea tessé con esse l’arazzo della Conoscenza, donandolo loro perché lo ammirassero. E perché fossero sempre spinti a cercare lontano, Egli tessè il cielo di stelle, irraggiungibili ma sempre visibili.
-Estratto dal Mito della Plasmazione
Vadea è il sommo protettore della Conoscenza. A lui si ispirano e si affidano gli studiosi e i saggi di tutta Daymart, perché a tutti coloro che si ritengono studiosi o saggi Vadea non è sconosciuto. Maggiore delle divinità celesti, Vadea è chiamato spesso “Il Tessitore”, ed è ritenuto il modellatore del Firmamento, e il cielo ammantato di stelle è una raffigurazione costante nell’iconografia del suo culto.
Bayu, le Divinità Terrene
Durante la storia di Daymart, varie entità hanno nelle sue leggende e miti interagito con gli Uomini. Sebbene raramente, i Daeva sono universalmente riconosciuti in alcuni antichi racconti e miti dei Primi Regni. Ma sia in essi che successivamente altri Dei hanno fatto la loro apparizione nelle storie e nelle leggende. Essi sono i Bayu. Che i Bayu esistano non è messo in discussione da nessuno: creature di natura divina ma più legate al mondo rispetto ai Daeva, proteggono o semplicemente amano aspetti molto particolari del mondo. Ne esistono moltissimi, chiamati con nomi diversi alcuni, oppure sfuggenti e sconosciuti altri. Qui di seguito sono elencati i più diffusi, con i nomi con cui sono conosciuti a Est.
Afant (approfondisci)
Divinità dell’acqua, a lui si appellano marinai, pescatori e chiunque cerchi scampo dai flutti o necessiti dei beni donati da mari e fiumi.
Alane
Figlia di Afant, è la dea delle profondità. È venerata dalla razza dei maridi, che la considerano propria madre.
Hvarenang
Divinità protettrice dei viaggiatori e patrono della buona sorte.
Yatuma
Servitore di Vadea, è la divinità della Magia. Manipolatore dell’Intreccio, si dice che abbia insegnato lui agli Uomini come manipolarlo per attingere il potere magico dall’Esistenza.
Urvara
Signore delle Foreste, è spesso rappresentato con sembianze animali o come un maestoso albero semovente.
Barenti (approfondisci)
Dea dei venti e dell’aria, i suoi seguaci e predicatori sono spiriti liberi, spesso in viaggio come la loro signora che leggera vaga ovunque per il mondo.
Berejya
Divinità della crescita, della fertilità e dei raccolti, è la protettrice di tutto ciò che cresce. I suoi sacerdoti e le sue sacerdotesse sono spesso sia abili botanici che levatrici e istruttori.
Verethura
Chiunque ambisca alla vittoria in un qualunque conflitto, ma sopratutto i guerrieri, fanno appello a Verethura, Dio del trionfo sulle avversità e sui conflitti.
Gaya
Invocata da guaritori, medici e feriti, Gaya è la Dea della guarigione.
Culto dei Tre Dei
In principio era il Caos. Nel nulla e nel tutto senza regole o fine.
Baremah creò l’ordine, distinguendo ciò che era mobile e indefinito da ciò che divenne immobile e determinato. Dal Tutto, nacque l’Essere.
Sahieri, fratello di Baremah, vide l’ordine e non gli piacque nella sua staticità, e creò il mutamento. Ciò che era divenuto Essere, cominciò a cambiare, dando origine al Tempo.
Vesyra, sorella di Sahieri e Baremah, colse che il mutamento disfaceva cose che ella amava, e comprese che il Tempo avrebbe disfatto l’Essere. Ella quindi diede origine alla Creazione, rinnovatrice di ciò che è, e figlia di ciò che scorre.
L’Universo divenne quindi imperfetto e completo e gli altri Dei trovarono il loro posto.
-Estratto dal Primo Codice dell’Intreccio
La più antica religione umana di Daymart è senza dubbio alcuno il Culto dei Tre Dei.
Professata dagli abitanti degli Antichi Regni, il Culto è ancora vivo e praticato solamente dal popolo dei Nifreim. Alcune antiche casate delle Terre Occidentali possono mantenere qualche sorta di istruzione nel culto delle antiche divinità, ma più che di vera fede tali insegnamenti sono segno di un’alta istruzione.
Dottrina e Insegnamenti
I tre Dei Superiori (o Eoni) Baremah, Sahieri e Vesyra sono raramente venerati separatamente l’uno dagli altri. A loro viene deputata l’origine e l’esistenza di tutte le cose, e a chi viene iniziato al Culto viene insegnato come prima dottrina quanto Essere, Tempo e Creazione siano distinti eppure uniti nell’intreccio dell’Esistenza. Lo stesso mondo materiale è reso tale dalla cooperazione dei tre elementi di Essere, Tempo e Creazione.
L’Essere, nato dal desiderio di Baremah di ordine dall’indistinto Tutto del Caos Originale, rappresenta il concetto di materialità e determinazione di ogni cosa. E’ un concetto differente dalla semplice esistenza. Nel Caos Originale tutto esisteva in maniera confusa e indistinta. Ogni materia, emozione, sensazione, pensiero, volontà era indistinguibile dalle altre materie, emozioni, sensazioni, pensieri o volontà. L’Essere è la distinzione di ogni cosa, di ogni concetto, oggetto o entità, che senza tale separazione dal Tutto non sarebbe di per sé, sebbene esisterebbe come parte del Tutto.
Il Tempo, originato dalla brama di Sahieri di rompere la staticità intrinseca del puro Essere, non è legato a quest’ultimo, ma ne determina il mutamento. Essere e Tempo sono distinti, ma il primo soccombe al secondo, il quale non esiste se non come trasformazione del primo.
E’ importante comprendere il rapporto tra Essere e Tempo in funzione del terzo elemento, la Creazione. Se l’Essere è il simbolo della materialità e della oggettività, e il Tempo è il sigillo del cambiamento e della mutazione, sono necessari entrambi per dar luogo alla Creazione. La vita, le creature del mondo, le onde del mare, il lento e inesorabile moto delle montagne, esse sono il frutto della Creazione, che lega Tempo ed Essere.
Il Culto dei Tre Dei aveva come fine ultimo la comprensione della perfetta combinazione di questi tre elementi, Essere, Tempo e Creazione. Differente, e in qualche modo più alto rispetto alle altre religioni, il Culto non seguiva dettami o indicazioni dei tre Eoni, ma piuttosto cercava di comprenderne l’operato appieno. Una ricerca che poteva portare i suoi persecutori a incredibile saggezza o indicibile potere. Si dice infatti che i più alti Sacerdoti del Culto avevano una comprensione così intima dell’operato dei Tre Dei e dei segreti dell’Intreccio dei Tre Princìpi, che riuscissero a manipolare la stessa Realtà, modificandone a piacimento l’Essere, il Tempo o la Creazione, in un’imitazione dell’opera degli Eoni. Cosa esattamente questi antichi saggi riuscissero a compiere è ormai perduto, e neppure i Nifreim in mille anni sono riusciti a recuperare una tale profonda conoscenza.
Gran parte dei Sacerdoti del Culto dei Tre Dei praticano, o per lo meno studiano approfonditamente, le arti arcane. Infatti, secondo le credenze del Culto, la capacità di richiamare a sè il potere arcano non è altro che una istintiva comprensione dell’Intreccio. Alcuni Sacerdoti del culto ritengono infatti che come le Divinità inferiori donino il loro potere a coloro che ne sono degni, l’intera Realtà non sia altro che l’emanazione del potere degli Eoni, e la magia come parte del mondo da loro creato altro non è che il divino potere dell’Intreccio che scorre nell’Esistenza, nel Tempo e nella Creazione, e che può manifestarsi ed essere imbrigliato dagli Uomini e dalle altre creature senzienti.
Struttura del Culto
Ormai il Culto come struttura organizzata non esiste praticamente più. Ciò che sopravvive delle loro dottrine sono precetti basilari, insegnamenti generici e lezioni morali conservate da chi è fuggito dal Cataclisma e ha portato con sé quel poco che sapeva. Tutti i più alti Sacerdoti del Culto sono periti in seguito al Cataclisma, che secondo alcuni è stato da loro stessi causato. Tra i Nifreim sopravvivono ancora antiche cerimonie e sacri riti, ma è improbabile che l’antica sapienza e saggezza sarà mai recuperata. Tutti i Nifreim che siano studiosi delle arti arcane o rivestano importanti cariche religiose hanno una conoscenza approfondita dei precetti dell’antico Culto. Ma hanno imparato dall’errore più grande dei loro avi, e sebbene ogni singolo fedele potrebbe voler indagare l’Intreccio e i suoi segreti, è bene che non si scavi troppo a fondo. Ci sono segreti che è meglio non scoprire.
Tra i Nifreim infatti, conoscere e studiare sia la magia divina che quella arcana è se non ufficialmente proibito come minimo ritenuto un’eresia, e chi venisse scoperto a perseguire tali duplici studi verrebbe immediatamente tacciato come un pazzo pericoloso. Quando per il popolo questo è vero quasi a livello superstizioso, per i più istruiti è ritenuto un pericolo ben più reale della mera superstizione.