Il marchio del Diavolo Pirata

Che se ne parli con timore reverenziale, con la paura e l’odio dei suoi nemici, con la nostalgia di una vecchia storia  o con la speranza in un salvatore, la leggenda del Diavolo Pirata è impressa nella memoria storica di tutti i Tredici Mari, e non sono pochi coloro che auspicano (o temono) il suo ritorno.

La Storia

Il pirata Kaspar era praticamente uno dei tanti sconosciuti prima di diventare Akoman. Anche il nome originale della sua ciurma si è perso nelle nebbie del tempo, dopo che divennero i Pirati del Diavolo. Si sa che nacque nella piccola isola di Zayman, poi ribattezzata Culla del Diavolo in onore di Akoman. Si dice che prima di diventare famoso fu vittima di un terribile incidente dal quale tornò cambiato: da semplice pirata capitano di una piccola ciurma era diventato l’incarnazione delle tenebre sui Tredici Mari.

Quelle che furono le sue imprese sono storia e leggenda al tempo stesso, prima fra tutte la presa di Starag e la sua trasformazione in Siyata, evento che decretò la salvezza degli Zurakara, al tempo incalzati da Bahadur To Math fino quasi all’estinzione. Akoman ricevette la più alta taglia mai avuta da uno Zurakara: 10.000.000 di Tritoni. Ma le gesta del Diavolo Pirata non si fermarono qui. La sua vita fu dedicata a atti di pirateria di tutte le sorti, prima fra tutte la guerra alla Marina, tanto che l’allora Principessa Pirata dell’Est Taqat “Lama Rossa” collaborò con lui talmente tanto che alla fine se ne innamorò. Vi è anche chi asserisce che i due ebbero un figlio, ma nessuna discendenza fu mai trovata né dimostrata.

Akoman terrorizzò i Tredici Mari tanto quanto portò forza e prosperità fra gli Zurakara. Era tanto terribile, crudele e spietato con i suoi nemici e le sue vittime quanto amichevole e carismatico con i suoi alleati. Si dice che amasse tanto ubriacarsi e fare festa con gli Zurakara quanto squartare gli uomini della Marina e torturarne sadicamente gli alti ufficiali. Fu un conquistatore, assalì molte isole sotto il dominio di Xsatradar donando volentieri la libertà ai popoli che accettavano la protezione degli Zurakara e sterminando in un bagno di sangue con ancora più gioia coloro che si rifiutavano di rinunciare all’autorità della Marina, senza risparmiare donne e bambini.

Akoman abbatté personalmente Bahram Azar Mathista, l’allora Ammiraglio del Sole che fu inviato con una flotta ad abbattere il Diavolo Pirata però fallendo, e che ne banchettò con il suo cuore davanti all’intero dispiegamento di forze nemiche. La scena si dice che incusse talmente tanto terrore negli uomini di Xsatradar che i Drayah Sharìf presenti ordinarono la ritirata senza nemmeno tentare di recuperare il corpo dell’Ammiraglio

Per catturare Akoman la Marina infine inviò ben cinque Drayah Mathista al comando di altrettante flotte. Fu il dispiegamento di forze navali più imponente mai visto sui Tredici Mari, ma quando arrivarono alla Culla del Diavolo dove avevano ricevuto informazione si trovasse il Diavolo Pirata trovarono l’isola completamente deserta se non per Akoman stesso, che si costituì spontaneamente e pacificamente alla Marina. Alla vista dei cinque Mathista il Diavolo Pirata pronunciò una frase enigmatica che ne secoli lasciò spazio a congetture e illazioni: “Vi stavo aspettando.”

Il Folklore

Leggenda vuole che il Diavolo Pirata non fosse una creatura umana. Non del tutto almeno. Dopo l’incidente in cui pare che Kaspar rischiò la vita sulla sua pelle comparve un marchio, simile a una voglia: un Jolly Roger nero raffigurante due tibie incrociate sotto un teschio con corna da diavolo. Il marchio venne riportato fedelmente dagli annali grazie a testimonianze e raffigurazioni, quindi tutt’oggi se ne conosce l’aspetto esatto. Tuttavia quale ne fosse il significato non si è mai saputo, ma di una cosa si è certi: prima dell’incidente Kaspar non aveva quel marchio.

Intorno Akoman girano innumerevoli storie e leggende mai appurate. Si dice che divorasse l’anima dei suoi nemici, che bevesse il loro sangue e sbranasse le loro carni, che intrecciasse rapporti con diavoli e demoni, con vampiri e lupi mannari e altre creature degli incubi e della notte, che avesse il potere di oscurare il sole e controllare le tenebre, che al passaggio della sua nave, la “Inferno”,  il mare si tingesse di sangue e i pesci morissero, che potesse corrompere l’anima degli uomini e renderli suoi schiavi e che fosse l’araldo dell’inferno. Si dice anche che di notte rapisse i bambini per mangiarli, ma probabilmente questa è una storia inventata dalle mamme per spaventare i bambini capricciosi (“Se non fai il bravo Akoman ti porta via!”).

Sebbene i racconti su Akoman siano tanti, tutti sono d’accordo su uno stesso elemento: il Diavolo Pirata non era umano.

La Leggenda

Ovviamente parlare del Diavolo Pirata porta a reazioni diverse a seconda dell’interlocutore.

Inutile dire che l’odio e il terrore che il nome di Akoman suscitava negli uomini di Xsatradar e nei popoli a essa fedeli è vivo anche adesso. Il Diavolo Pirata inferse loro sofferenze atroci, cancellò intere città dalle mappe e lasciò nei Karadar delle ferite che probabilmente non si rimargineranno mai. La Marina non lo ammette pubblicamente ma è risaputo che ogni qual volta alle sue orecchie giunga voce di una possibile rinascita del Diavolo Pirata le sue flotte si muovano immediatamente a verificare di persona.

Fra gli Zurakara le reazioni sono diverse. Tutti sono concordi nel riconoscere che Akoman fu il messia oscuro che salvò la pirateria nella sua epoca più buia. La maggioranza lo celebra regolarmente quasi come una figura religiosa e auspica il suo ritorno per finire quello che aveva cominciato, cioè l’annientamento e la sconfitta finale di Xsatradar. Sono però anche in molti che oltre al rispetto per questa figura provano anche un grande timore e davanti a un suo ritorno probabilmente se la farebbero sotto dalla paura. Vi sono poi tutti quelli che davanti a una simile possibilità fanno una risata additandola come una sciocchezza, dissimulando spavalderia per nascondere a sé stessi il brivido freddo che gli corre lungo la schiena.

Leggenda vuole che il Diavolo Pirata abbia nascosto molti tesori per tutti i Tredici Mari e che pochissimi ne siano stati trovati. Barbarum ne ha sicuramente reclamato uno dato che dal 1026 scende in battaglia indossando proprio l’Elmo del Diavolo, un tricorno nero a cui si può attaccare una maschera di cuoio a protezione del viso.